I nostri colori

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14 gennaio 2009

In attesa della Giornata della Memoria




Nel 27 gennaio del 1945 l'esercito russo smascherarò in Polonia il genocidio degli ebrei, di cui 5.557 morirono nelle camere a gas.
Nella giornata della memoria si ricorda lo sterminio ad opera delle truppe nazifasciste. Questa data è stata prescelta per commemorare in tutto il mondo il massacro di tante vittime innocenti.

Tricarico Emanuele

La Vita di Adolf Hitler

Curato da Pietro D'onghia

Adolf Hitler nacque a Braunau, in Austria, il 20 aprile 1889 da una modesta famiglia della piccola borghesia, il padre era impiegato di dogana.

Conseguì la prima istruzione a Linz, in Austria; in seguito si trasferì a Vienna nel 1907, nello stesso anno della morte della madre, mentre il padre era già morto nel 1903. A Vienna, dal 1908 al 1912, visse di saltuari lavori di disegno e di acquerello, dopo il tentativo fallito di entrare nell'Accademia delle arti figurative.
Nella Vienna già percorsa dalla crisi dello stato plurinazionale condivise l'odio antisocialista e antisemita, che, come egli stesso avrebbe affermato nel libro Mein Kampf, lasciarono un segno indelebile nella sua formazione politica.

Nel 1912 si trasferì a Monaco di Baviera, dove si fece coinvolgere nella prima guerra mondiale. Volontario nell'esercito bavarese, rimase ferito sul campo più di una volta. Il clima violento della guerra, il sacrificio, insieme alla rigida disciplina della vita militare, sembrarono rispondere alle sue esigenze di ordine e a un primo desiderio morboso di “razza pura”.

A Monaco, nel Marzo 1919, alla vigilia della proclamazione della Repubblica dei Consigli, prese un ruolo attivo nella repressione delle rivolte politiche. Improvvisatosi agitatore di masse, dalla primavera del 1920 si dedico unicamente alla propaganda del partito, ribattezzato Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori, del quale divenne il capo incontrastato nel 1921.
Dopo il fallimento del Putsch, nel 1923, sconto solo in parte la condanna di cinque anni, durante i quali scrisse la prima stesura di Mein Kampf, pubblicato tra il 1925 e il 1926.

Nel febbraio 1925 ricostruì il suo partito, abbattendo chiunque gli si opponesse. La sua ascesa fu poi agevolata dalla cittadinanza tedesca, conquistata grazie al posto di impiegato nel governo. Nel 1933, il feldmaresciallo Hindemburg gli offrì di mantenere la cancelleria del Reich.

Divenuto capo dello Stato alla morte di Hindenburg, il 2 agosto 1934, alla vigilia della guerra mondiale da lui scatenata, nel 1938, assunse anche il comando diretto della Wehrmacht.

La guerra, accrebbe la concentrazione dei poteri nelle sue mani, specie dopo che i rovesci sul fronte orientale alimentarono le sue diffidenze verso i comandanti militari…

Nel 1944 attentarono alla vita di Hitler, e lui rispose con una sanguinosa repressione, ordinando la resistenza e la “Terra Bruciata” dinanzi al nemico, che avanzava da est e da ovest.

Si suicidò nel 1945 con Eva Braun, sposata il giorno prima, nel bunker della cancelleria di Berlino. I dubbi sulla sua morte furono fugati nel 1968, quando la documentazione medica sovietica fu resa pubblica.

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