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I nostri colori

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6 maggio 2009

GITA DI CLASSE-VISITA ALLA TOMBA DI DANTE

Gioele Latorre















RAVENNA - SANTA APOLINNARE IL LUOGO DELLA TOMBA DI DANTE

Come si sa, Dante Alighieri è uno dei tre poeti più importanti italiani per la sua celebre opera: “LA DIVINA COMMEDIA”; conosciuta in tutto il mondo. Purtroppo, a causa di motivi politici ed economici,Dante fu esiliato nei pressi di Ravenna, dove dopo la sua morte fu sepolto nella chiesa di Santa Apollinare.













Ma tra questi paesi, Firenze e Ravenna ci sono molte liti a causa del corpo del defunto Dante; Firenze avente la tomba del defunto ma ancora celebre Dante, pretende la restituzione del suo corpo, ma come contro risposta Ravenna rifiuta perché all’epoca Firenze aveva rinnegato Dante ancora in vita, e questo andando a finire a Ravenna, esiliato, dove terminò li la sua vita.




Si può quindi addebitare il classico detto “fa le lacrime di coccodrillo” alla città Fiorentina. Perché? Ma scusate, un poeta celebre come Dante, all’apice della sua carriera poetica/politica doveva essere in un certo senso gratificato dalla sua città nativa (Firenze), che se credeva di più nel potenziale di Dante, così il paese poteva essere ancor più famoso di quello che è.

Gita di classe: San Marino

di Pietro D'onghia



Lo stato di San Marino e una delle più antiche repubbliche ancora esistenti, fondata nel 301 da un taglia pietra di nome Marino. Egli, fuggito dalle persecuzioni messe in atto dall’Imperatore Diocleziano, fondò una piccola comunità sul monte Titano. San Marino vanta anche una delle piu antiche costituzioni ancora in vigore; infatti essa risale al XVI secolo.
La leggenda vuole che la signora Felicissima abbia donato il monte a Marino, dopo che l’uomo salvò Verissimo, il figlio della donna. L'indipendenza alla comunità di San Marino viene data da un trattato di pacificazione del 1300, tra il vescovo del Montefeltro e i castelli vicini, tra cui San Marino. Il documento, ritrovato in un convento francescano di Frati Minori, attesta che San Marino è esentato dai tributi. Tuttavia, mentre negli altri castelli l'esenzione è un privilegio concesso dal signore locale, l'esenzione viene rivendicata dalla comunità come un diritto.
Sottoposta al vincolo feudale del Vescovo di San Leo fino al XIIV secolo, quando, dopo essere già stata riconosciuta dalla Chiesa, divenne un libero comune. Già agli inizi del XV secolo, infatti, San Marino partecipò ad una lega ghibellina insieme alle città di Arezzo, Cagli, Forlì, Osimo, Urbino.
Durante il Medioevo e l'età rinascimentale, San Marino sviluppò peculiari istituzioni di autogoverno, che tuttavia si indebolirono a partire dal XVII secolo, quando il potere venne sostanzialmente preso dalle famiglie patrizie. Questa situazione perdurò fino al 1906, quando l'Arengo, l'assemblea dei capifamiglia, avviò un processo di modernizzazione democratica del paese. L'indipendenza del piccolo Stato è stata messa in pericolo più volte in tutta la sua storia. San Marino ha subito tre brevi occupazioni militari: nel 1503 ad opera di Cesare Borgia, nel 1739 con l'occupazione alberoniana e nel 1944 ad opera delle truppe tedesche in ritirata e successivamente dagli Alleati, che lo occuparono per poche settimane.
Durante il Risorgimento, San Marino costituì un rifugio sicuro per molti dei personaggi che parteciparono ai moti di quegli anni. L'appoggio fornito a Garibaldi permise di negoziare e ottenere la garanzia dell'indipendenza dall'Italia. Subito dopo l'Unità d'Italia, il riconoscimento della sovranità venne sancito per un trattato di amicizia.



Tra il 1926 e il 1943 San Marino conobbe un regime fascista, ispirato a quello italiano, che si pose a tutela degli interessi della classe borghese e patrizia.Nonostante ciò, durante la seconda guerra mondiale, San Marino rimase neutrale. In quel periodo accolse oltre 100.000 rifugiati, cosa che portò a non pochi attriti con i governi nazifascisti, i quali arrivarono anche ad incarcerare alcuni cittadini sammarinesi. La neutralità non impedì al paese di essere bombardato e invaso negli ultimi mesi di guerra durante i combattimenti fra angloamericani e tedeschi.
Nel dopoguerra si alternarono governi di sinistra, con la presenza del Partito Comunista, e di centro, supportati dal Partito Democratico Cristiano. L'affermazione di un governo socialcomunista nell'immediato dopoguerra provocò l'inimicizia da parte dei Governi occidentali, in primo luogo di quello italiano. I governi socialcomunisti avviarono importanti riforme socioeconomiche, ma non introdussero mai un modello di tipo sovietico.
Nel 1957, una breve ma seria crisi politica – i cosiddetti fatti di Rovereta – portò alla coesistenza di due governi. La crisi, che s'inquadrava nel contesto internazionale della guerra fredda, si risolse nel giro di un mese e diede avvio ad oltre un ventennio di governi centristi.
Dal dopoguerra il processo di modernizzazione si è tradotto nel consolidamento dell'inserimento di San Marino nella comunità internazionale. Di questa tendenza sono espressione il riconoscimento del voto alle donne nel 1960, la formalizzazione nel 1974 del funzionamento degli organi statuali e dei diritti di libertà con la Dichiarazione dei diritti, l'affiliazione all'ONU nel 1992 e l'adesione alle strategie internazionali di contrasto ai “paradisi fiscali”, tuttora in fase di implementazione.

La Gita di classe





Gardaland è un parco divertimenti dell'Italia Nord Orientale situato in località Ronchi nel comune di Castelnuovo del Garda, nella provincia di Verona.
È adiacente al Lago di Garda pur non affacciandosi su di esso. Si estende su una superficie di 600.000 metri quadrati ed al suo interno si trovano attrazioni meccaniche, tematiche ed acquatiche.

Ha anche una propria struttura ricettiva. Ogni anno viene visitato da più di 2,8 milioni di persone.

Nel giugno del 2005 Gardaland è stato classificato al quinto posto dalla rivista Forbes nella top ten dei parchi di divertimento del mondo con il miglior fatturato.
Da ottobre 2006 il parco è di proprietà dell'azienda britannica Merlin Entertainments.
A cura di
Nicola Montrone

22 aprile 2009

Capitalismo e Comunismo


Gioele Latorre

Durante la guerra fredda, le due superpotenze adottarono due sistemi politici contrapposti al 100%: CAPITALISMO E COMUNISMO.
L’America adottò un sistema Capitalista = Il sistema adottato dagli U.S.A si fondava sulla libera industria cioè basandosi sull’economia del denaro, lasciando ai commercianti libera scelta.
Avendo letto questo, possiamo certamente dire che questo sistema era molto leggero per i cittadini, cioè lasciando libera scelta ai cittadini in molti aspetti.
Totalmente differente era il sistema adottato dall’Unione Sovietica (comunemente siglata all’ epoca U.R.S.S), che per poter sovvenzionare gli scopi, espropriava senza compromessi tutti i beni delle industrie ( e molte altre imprese tipo quelle private) sottomettendo ogni sospetto di ribellione con la forza se necessario. In quell’ epoca la Germania era divisa in due difatti da una parte c’era la Germania Capitalista e dall’altra c’era la Germania comunista. I cittadini oppressi dal giogo comunista, vedendo i vantaggi del capitalismo, iniziarono a trasferirsi nella Germania capitalista.
I politici comunisti, vedendo che stavano perdendo molti cittadini, in una notte eressero un muro che separò la Germania per molti anni( il famoso muro di Berlino); ma la Germania capitalista non si indebolì perché grazie all’aiuto degli Americani (che in poco tempo realizzarono una pista d’ atterraggio) ricevevano viveri e beni di prima necessità;così facendo la Germania capitalista iniziò a riprendersi in poco tempo. Ma i famigliari che si ritrovarono divisi, non potevano tornare dov’erano perché dal muro, appostati e ben nascosti c’erano dei soldati che fucilavano li per li chi cercava di oltrepassare il muro. Tutta questa sofferenza durò fino al 1989 quando il muro fu demolito e la Germania iniziò a stabilizzarsi.

La storia del Gilera


di Giandomenico Scaramuzzi (30m/A)

Gilera è il nome di una azienda italiana che costruisce motociclette e che fa parte del Gruppo Piaggio.Gilera è uno dei più antichi Marchi italiani di moto, essendo stato fondato da Giuseppe Gilera nel 1909 aprendo la sua piccola officina prima a Milano, successivamente nella cittadina di Arcore, in provincia di Monza. La prima moto a portare questo nome fu la VT 317.Dopo la prima guerra mondiale Gilera produce moto da 500 cc di cilindrata e inizia con queste a partecipare ed a vincere nelle più prestigiose competizioni internazionali del tempo.Nel 1936, partendo da un progetto della casa romana CNA Rondine, Gilera presentò l’omonima moto dotata di un quattro cilindri in linea da 500 cc dotato di compressore che stabilì il nuovo Record Mondiale dell’ora (a 274,181 Km/h, record stabilito nel 1937) e conquistò l’alloro nel Campionato Europeo del 1939.Anche per Gilera, come per tutti i costruttori di moto dell’epoca, la seconda guerra mondiale interrompe ogni attività.Nell'immediato dopoguerra (1946) Gilera presenta un altro dei suoi modelli entrati nella storia: la mitica Saturno 500.
La gamma viene completata con diverse moto di piccola e media cilindrata tipo la Nettuno 250 e la 125, maggiorata a 150 e 175 cc.Ma i costi crescenti e le prime avvisaglie della crisi che di lì a pochi anni investì il comparto motociclistico, dovuto all’esplosione del mercato automobilistico, fece sì che Gilera decise nel 1957 il ritiro dalle competizioni, di comune accordo con Moto Guzzi e Mondial.Risale al 1969 l’acquisizione di Gilera da parte del Gruppo Piaggio. La nuova proprietà effettua importanti investimenti su tutta la gamma, soprattutto incentrata sulle attività fuoristradistiche che avevano già dato lustro e gloria alla Casa lombarda.La 125 Bicilindrica Cross ne è il più famoso esempio. Nel campo delle motociclette da strada viene invece presentata la 5V Arcore disponibile in due cilindrate da 125 e 150cc. Continuando col grande successo che ha avuto la Gilera siamo arrivati nel 1990 con la costruzione di altre moto molto potenti .
Ma nel 1993 con l’amara chiusura dello stabilimento di Arcore, necessaria al contenimento dei costi in un mercato che sempre meno premiava la Gilera, termina la commercializzazione dell'innovativo ed originale Gilera Bullit. La produzione viene trasferita presso la casa madre a Pontedera, contemporaneamente si cerca di diversificare la produzione introducendo una gamma di scooter, necessariamente sportivi come il marchio Gilera richiede. Il Gilera Runner (50 cc, 125 cc, 180 cc e 200 cc, sia 2 che 4 tempi) ne è il più fulgido esempio. Il successo della gamma scooter porterà però come necessaria contropartita l’uscita definitiva del marchio Gilera dalle motociclette. Infatti continuera’ la sua produzione con l’ uscita del Nexus e dialtri che si avvicinano alla sua cilindrata fino ad arrivare alla produzione del GP800 con una cilindrata di 800 cc ed una velocita’ massima di 200 km\h veramente impressionante per un motore del genere.

11 marzo 2009

La scelta della Repubblica in Italia



Gianluigi Nerilli


Il 2 giugno 1946 il popolo italiano sceglieva la nuova forma di stato: nasceva la repubblica ed il Re, Umberto II di Savoia, accettava il responso delle urne ed andava in esilio abbandonando l’Italia evitando così, e ciò va a suo merito personale, di creare tensioni e fratture nel Paese.
Con la partenza del giovane Umberto se ne andava la Casa Savoia, una dinastia inetta e che, nei momenti cruciali della storia patria, aveva sempre compiuto le scelte peggiori: dalla modalità dell’unificazione nel 1860 alla sciagurata condotta della II Guerra Mondiale, passando per la crisi autoritaria di fine ottocento (Leggi Umberto), la Grande Guerra e, soprattutto, gli atteggiamenti favorevoli (leggi Vitt. Eman. III) ed accondiscendenti avuti nei confronti di Mussolini e del fascismo.
Il contestato plebiscito del 2 giugno 1946 aprì una nuova fase nella storia italiana: al Quirinale non vi era più un monarca ereditario ed a vita, ma un Presidente democraticamente eletto con un mandato settennale con chiari e precisi limiti temporali.
Il sogno di Mazzini e di tutti i democratici del Risorgimento si era avverato: l’Italia era diventata una Repubblica con una Costituzione democratica redatta ed approvata da un’Assemblea Costituente liberamente eletta dal popolo sovrano.
Per poco più di dieci giorni, nel giugno del 1946, il Presidente del Consiglio ALCIDE DE GASPERI fu anche “Capo Provvisorio dello Stato facente funzioni” con il compito di rappresentare l’unità nazionale fino all’elezione, da parte dell’Assemblea Costituente, di un Capo dello Stato.
Come ha ricordato l’onorevole NILDE IOTTI, una delle più giovani costituenti, colui che avrebbe dovuto ricoprire tale carica doveva soddisfare le tre seguenti determinanti condizioni: doveva essere gradito a tutti e tre i grandi partiti di massa (la Democrazia Cristiana, i socialisti ed i comunisti), che il 2 giugno avevano raccolto oltre l’85% dei voti, doveva essere un notabile liberale che avesse espresso, prima del referendum istituzionale, la propria preferenza per l’opzione monarchica in modo da rassicurare gli oltre dieci milioni di elettori italiani sostenitori di Umberto II, ed infine doveva essere di un uomo politico meridionale, in modo da controbilanciare la forte presenza di politici settentrionali di nascita (il trentino “prestato all’Italia” ALCIDE DE GASPERI, il piemontese PALMIRO TOGLIATTI ed il romagnolo PIETRO NENNI) o di adozione (il siciliano-milanese UGO LA MALFA) presenti alla guida dei principali partiti politici democratici ed antifascisti che accingevano a confrontarsi sulla scena politica ed a guidare l’Italia nel lungo cammino della ricostruzione morale ed economica.
Inizialmente i candidati corrispondenti alla descrizione precedentemente espressa erano due: l’ex Presidente del Consiglio VITTORIO EMANUELE ORLANDO, sostenuto dai democristiani e dalle destre, ed il padre del neoidealismo e del liberalismo italiano, il filosofo Benedetto Croce, gradito alle sinistre ed ai laici.
Per superare le reciproche opposizioni e dare velocemente un Presidente, seppur provvisorio, alla neonata Repubblica, De Gasperi, Nenni e Togliatti si accordarono sul nome dell’ex Presidente della Camera prefascista, l’insigne giurista liberale originario di Torre del Greco ENRICO-DE-NICOLA che ricoprì la massima carica repubblicana dal giugno del 1946 all’inizio del 1948 quando entrò in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana che egli stesso aveva promulgato.
Successore di De Nicola fu un altro liberale di simpatie monarchiche, ma di origini piemontesi ed esperto di economia (fu infatti il padre del cosiddetto miracolo economico italiano), il senatore LUIGI EINAUDI che venne eletto con i voti dei soli partiti centristi governativi (DC, PSLI, PLI, PRI) dopo il tramonto della candidatura del repubblicano conte Carlo Sforza, sostenuto da De Gasperi, ma avversato dai dossettiani per le sue simpatie massoniche.

La Costituzione



Nicola Montrone


Nel 1861 fu proclamata la nascita di un nuovo Stato europeo: il Regno d'Italia.
18 GIUGNO 1946 - L'Italia diventa per scelta di popolo ufficialmente una repubblica democratica.

L’Assemblea Costituente ha ora il compito di elaborare il testo della Costituzione. 26 GIUGNO 1946 - Il discorso inaugurale di Saragat all’assemblea costituente: ...Fate che il volto di questa repubblica sia un volto umano.

Ricordatevi che la democrazia non è soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza, non è soltanto un armonico equilibrio di poteri sotto il presidio di quello sovrano della nazione, ma è soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo. Dove questi rapporti sono umani, la democrazia esiste; dove sono inumani, essa non è che la maschera di una nuova tirannide" (Ag. Ansa, ore 12.00)22 DICEMBRE 1947 - Il presidente proclama solennemente : "L'assemblea approva la costituzione della Repubblica Italiana".Voti a favore 453,Voti contro 62.27 DICEMBRE 1947 - A palazzo Giustiniani, viene firmato l'atto di promulgazione della nuova Carta Costituzionale della Repubblica Italiana che entrerà in vigore il 1° gennaio 1948.
La Costituzione di un'organizzazione definisce la sua forma, struttura, attività, carattere e regole fondamentali. Il termine deriva dal latino constitutio, che faceva riferimento ad una legge di particolare importanza, solitamente emanata dall'imperatore ed è tutt'ora usato nel diritto canonico per indicare decisioni rilevanti prese dal papacome, su tutte, la costituzione apostolica che fissa il regime da seguire durante il periodo di sede vacante e per l'elezione, nel successivo conclave, del nuovo vescovo di Roma.La costituzione di un'organizzazione definisce la sua forma, struttura, attività, carattere e regole fondamentali. Il termine deriva dal latino constitutio, che faceva riferimento ad una legge di particolare importanza, solitamente emanata dall'imperatore ed è tutt'ora usato nel diritto canonico per indicare decisioni rilevanti prese dal papa come, su tutte, la costituzione apostolica che fissa il regime da seguire durante il periodo di sede vacante e per l'elezione, nel successivo conclave, del nuovo vescovo di Roma. Alcune costituzioni sono protette contro modifiche, nel senso che per la loro modifica richiedono un procedimento legislativo gravato da maggiori oneri procedurali rispetto alla leggi ordinarie.
Nelle costituzione troviamo 139 articoli, e 18 disposizioni transitorie e finali, sono qui riportate i primi 4 articoli :
· Art.1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
· Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
· Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
· Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

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11 febbraio 2009

Il Giorno della memoria: LE FOIBE UNA TRAGEDIA DIMENTICATA




Gianluigi Nerilli









Il termine “foiba” deriva dalla parola latina “ fovea”, che significa “fossa”; le foibe, infatti, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua, presenti nel territorio Sloveno. Possono raggiungere ben 200 metri di profondità.


Le foibe slave furono utilizzate in diverse occasioni per macabri rituali e, in particolare, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale (1945) per infoibare ( “spingere nella foiba”) migliaia di italiani, antifascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo sostenuto da Josip Broz ( meglio conosciuto come il Maresciallo Tito).



Nessuno sa quanti siano stati gli infoibati: stime attendibili parlano di 10-15.000 vittime. I perseguitati venivano condotti, dopo atroci torture, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini bloccavano i polsi e i piedi con del filo di ferro ad ogni singola persona, che, a sua volta, era legata ad un’altra.

Nella maggior parte dei casi si divertivano a sparare al primo malcapitato del gruppo che precipitava rovinosamente nella foiba trascinando con sé gli altri, vivi.

Purtroppo, questo modo di procedere a torture ed uccisioni ricorda i metodi utilizzati da altri eserciti come quelli nazisti e fascisti. Non esistono limiti, dunque, alla crudeltà umana.




Per avere un'idea di quanti furono i morti ammassati si consideri che la fossa era profonda 256 metri al livello originario, nel '57 era salita a 135 metri; per avere l'immagine della profondità si consideri che un grattacielo di 31 piani come il Pirelli di Milano è alto 127 metri.

14 gennaio 2009

In attesa della Giornata della Memoria




Nel 27 gennaio del 1945 l'esercito russo smascherarò in Polonia il genocidio degli ebrei, di cui 5.557 morirono nelle camere a gas.
Nella giornata della memoria si ricorda lo sterminio ad opera delle truppe nazifasciste. Questa data è stata prescelta per commemorare in tutto il mondo il massacro di tante vittime innocenti.

Tricarico Emanuele

La Vita di Adolf Hitler

Curato da Pietro D'onghia

Adolf Hitler nacque a Braunau, in Austria, il 20 aprile 1889 da una modesta famiglia della piccola borghesia, il padre era impiegato di dogana.

Conseguì la prima istruzione a Linz, in Austria; in seguito si trasferì a Vienna nel 1907, nello stesso anno della morte della madre, mentre il padre era già morto nel 1903. A Vienna, dal 1908 al 1912, visse di saltuari lavori di disegno e di acquerello, dopo il tentativo fallito di entrare nell'Accademia delle arti figurative.
Nella Vienna già percorsa dalla crisi dello stato plurinazionale condivise l'odio antisocialista e antisemita, che, come egli stesso avrebbe affermato nel libro Mein Kampf, lasciarono un segno indelebile nella sua formazione politica.

Nel 1912 si trasferì a Monaco di Baviera, dove si fece coinvolgere nella prima guerra mondiale. Volontario nell'esercito bavarese, rimase ferito sul campo più di una volta. Il clima violento della guerra, il sacrificio, insieme alla rigida disciplina della vita militare, sembrarono rispondere alle sue esigenze di ordine e a un primo desiderio morboso di “razza pura”.

A Monaco, nel Marzo 1919, alla vigilia della proclamazione della Repubblica dei Consigli, prese un ruolo attivo nella repressione delle rivolte politiche. Improvvisatosi agitatore di masse, dalla primavera del 1920 si dedico unicamente alla propaganda del partito, ribattezzato Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori, del quale divenne il capo incontrastato nel 1921.
Dopo il fallimento del Putsch, nel 1923, sconto solo in parte la condanna di cinque anni, durante i quali scrisse la prima stesura di Mein Kampf, pubblicato tra il 1925 e il 1926.

Nel febbraio 1925 ricostruì il suo partito, abbattendo chiunque gli si opponesse. La sua ascesa fu poi agevolata dalla cittadinanza tedesca, conquistata grazie al posto di impiegato nel governo. Nel 1933, il feldmaresciallo Hindemburg gli offrì di mantenere la cancelleria del Reich.

Divenuto capo dello Stato alla morte di Hindenburg, il 2 agosto 1934, alla vigilia della guerra mondiale da lui scatenata, nel 1938, assunse anche il comando diretto della Wehrmacht.

La guerra, accrebbe la concentrazione dei poteri nelle sue mani, specie dopo che i rovesci sul fronte orientale alimentarono le sue diffidenze verso i comandanti militari…

Nel 1944 attentarono alla vita di Hitler, e lui rispose con una sanguinosa repressione, ordinando la resistenza e la “Terra Bruciata” dinanzi al nemico, che avanzava da est e da ovest.

Si suicidò nel 1945 con Eva Braun, sposata il giorno prima, nel bunker della cancelleria di Berlino. I dubbi sulla sua morte furono fugati nel 1968, quando la documentazione medica sovietica fu resa pubblica.

17 dicembre 2008

FASCISMO PICTURES


LA MORTE SI FA STRADA!!!


Breve riflessione di Gioele Latorre e Damiano Giannelli......











Incontro tra Mussolini e Vittorio Emanuele

-A causa di questo incontro dell'ottobre 1922, la famiglia "Savoia" perse il trono d'Italia, poichè invece di sottoscrivere l'atto d'arresto per il tentato colpo di stato, Vittorio Emanuele III lo nominò primo ministro.







Le camicie nere (la polizia privata di Mussolini) si servivano di ogni metodo per obbligare i cittadini a fare qualsiasi cosa, il "DUCE", comandasse:
* Facevano bere con apposito imbuto un litro d'OLIO DI RICINO!!!
*Picchiavano chi non votava a favore del DUCE
*Bruciavano le sedi dei partiti e dei sindacati perfino arrivando a uccidere i leader dell'opposizione.







Il sogno "romano" di Mussolini dell'impero costò milioni di morti, tanta fame, miseria e distruzione.















Mussolini incita la folla a seguirlo
- La popolazione rimaneva incantata dai diascorsi vigorosi e pieni di enfasi
















il DUCE (il mito del superuomo)

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