I nostri colori

I nostri colori

20 maggio 2009

Gita d'istruzione: Loreto











Gita d'istruzione: Gatteo a Mare - S.Marino
















Gita d'istruzione: il viaggio
















Il Linguaggio dell'Anima




Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la
primavera
e vivrò in te la vita di un fiore.
Sotto i raggi del sole
canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane.
Ascolterò il linguaggio della
tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde…




Antonio Cristantielli

6 maggio 2009

GITA DI CLASSE-VISITA ALLA TOMBA DI DANTE

Gioele Latorre















RAVENNA - SANTA APOLINNARE IL LUOGO DELLA TOMBA DI DANTE

Come si sa, Dante Alighieri è uno dei tre poeti più importanti italiani per la sua celebre opera: “LA DIVINA COMMEDIA”; conosciuta in tutto il mondo. Purtroppo, a causa di motivi politici ed economici,Dante fu esiliato nei pressi di Ravenna, dove dopo la sua morte fu sepolto nella chiesa di Santa Apollinare.













Ma tra questi paesi, Firenze e Ravenna ci sono molte liti a causa del corpo del defunto Dante; Firenze avente la tomba del defunto ma ancora celebre Dante, pretende la restituzione del suo corpo, ma come contro risposta Ravenna rifiuta perché all’epoca Firenze aveva rinnegato Dante ancora in vita, e questo andando a finire a Ravenna, esiliato, dove terminò li la sua vita.




Si può quindi addebitare il classico detto “fa le lacrime di coccodrillo” alla città Fiorentina. Perché? Ma scusate, un poeta celebre come Dante, all’apice della sua carriera poetica/politica doveva essere in un certo senso gratificato dalla sua città nativa (Firenze), che se credeva di più nel potenziale di Dante, così il paese poteva essere ancor più famoso di quello che è.

Pier delle Vigne - XIII canto dell'inferno -


Gianluigi Nerilli
Pier delle Vigne di origini meridionali e di famiglia più che modesta, era nato a Capua attorno al 1190, si trasferì ancor giovanissimo a Bologna, la sapientissima città, per frequentare le scuola di diritto. Soprattutto allora per un ragazzo povero, privo di amicizie e raccomandazioni, doveva essere difficile vivere in un ambiente culturale evoluto, dominato dai nobili e dalla Chiesa. Il suo sogno era quello di raggiungere un incarico universitario, di diventare un insegnante dotto e rispettato, di condurre tutto sommato un’esistenza tranquilla. Ma il destino gli riservava un diverso avvenire.
Terminati gli studi, ebbe la ventura di conoscere e di farsi apprezzare da Federico II, al punto che fu chiamato a Corte e gli fu proposto un incarico nella cancelleria. Da quel momento la carriera del giovane capuano fu tutta in ascesa: all’Imperatore piaceva il suo dotto eloquio, la capacità di scrivere coniugando le situazioni con le conoscenze giuridiche, di interpretare con facilità le problematiche più complicate siano state esse religiose, politiche, economiche, sociali... In breve tempo si affermò in tutti gli ambienti che frequentava: divenne insigne poeta, diplomatico, ministro di Corte; utilizzato nelle missioni diplomatiche più delicate, raggiunse la carica di Logoteta del Regno di Sicilia, in pratica un sorta di viceré durante le ripetute assenze di Federico.
Nel 1247, ormai circa 57enne, il desiderio dello statista illustre e dell’insigne letterato era quello di concludere tranquillamente la carriera quando una notte di febbraio, mentre si trovava a Cremona ,allora la capitale italiana dell’Impero, fu arrestato dalla milizie imperiali e rinchiuso nel castello di Borgo san Donnino (l’odierna Fidenza, in provincia di Parma) come il colpevole di un gravissimo delitto.
Oggi conosciamo con buona approssimazione come Pier delle Vigne morì; meno bene perché fu brutalmente perseguitato e condannato.
Dopo una breve permanenza nel castello di Borgo San Donnino, Pier delle Vigne fu trasferito nella più protetta Rocca di San Miniato. Qui fu tenuto per alcuni giorni nella più rigida segregazione, finché si presentarono a lui tre sinistri aguzzini. Senza falsi preamboli, mentre due di loro lo tenevano fermo, il terzo gli ficcò negli occhi un ago ardente che lo accecò irreparabilmente: forse un modo per farlo tacere, per impedirgli di pensare, di difendersi, di essere un uomo… Una pratica diffusa nel Medio Evo ed in particolare presso la Corte sveva, un terrificante rituale che univa alla sanzione un macabro simbolismo.
Il supplizio non era forse terminato: anzi, è lecito ritenere che le milizie imperiali si preparavano ad esporre al pubblico ludibrio il vecchio Logoteta, quando fu lui a porre fine ai tormenti. Mentre veniva trasferito dalla Toscana, a cavallo, verso una ignota destinazione, riuscì a raccogliere le residue energie e, superata con uno slancio la testa dell’animale, si buttò a capofitto in avanti. Un salto che in condizioni normali non avrebbe creato alcun danno, ma che la sorte benigna volle rendere fatale: egli infatti batté con il capo su una rupe e morì all’istante.
Da che fatto fu poi di sangue bruno,
ricominciò a dir: «Perché mi scerpi?
non hai tu spirto di pietade alcuno?

Uomini fummo, e or siam fatti sterpi:
ben dovrebb'esser la tua man più pia,
se state fossimo anime di serpi».

Come d'un stizzo verde ch'arso sia
da l'un de'capi, che da l'altro geme
e cigola per vento che va via,

sì de la scheggia rotta usciva insieme
parole e sangue; ond'io lasciai la cima
cadere, e stetti come l'uom che teme.

«S'elli avesse potuto creder prima»,
rispuose 'l savio mio, «anima lesa,
ciò c'ha veduto pur con la mia rima,

non averebbe in te la man distesa;
ma la cosa incredibile mi fece
indurlo ad ovra ch'a me stesso pesa.

Ma dilli chi tu fosti, sì che 'n vece
d'alcun'ammenda tua fama rinfreschi
nel mondo sù, dove tornar li lece»...

Gita di classe: San Marino

di Pietro D'onghia



Lo stato di San Marino e una delle più antiche repubbliche ancora esistenti, fondata nel 301 da un taglia pietra di nome Marino. Egli, fuggito dalle persecuzioni messe in atto dall’Imperatore Diocleziano, fondò una piccola comunità sul monte Titano. San Marino vanta anche una delle piu antiche costituzioni ancora in vigore; infatti essa risale al XVI secolo.
La leggenda vuole che la signora Felicissima abbia donato il monte a Marino, dopo che l’uomo salvò Verissimo, il figlio della donna. L'indipendenza alla comunità di San Marino viene data da un trattato di pacificazione del 1300, tra il vescovo del Montefeltro e i castelli vicini, tra cui San Marino. Il documento, ritrovato in un convento francescano di Frati Minori, attesta che San Marino è esentato dai tributi. Tuttavia, mentre negli altri castelli l'esenzione è un privilegio concesso dal signore locale, l'esenzione viene rivendicata dalla comunità come un diritto.
Sottoposta al vincolo feudale del Vescovo di San Leo fino al XIIV secolo, quando, dopo essere già stata riconosciuta dalla Chiesa, divenne un libero comune. Già agli inizi del XV secolo, infatti, San Marino partecipò ad una lega ghibellina insieme alle città di Arezzo, Cagli, Forlì, Osimo, Urbino.
Durante il Medioevo e l'età rinascimentale, San Marino sviluppò peculiari istituzioni di autogoverno, che tuttavia si indebolirono a partire dal XVII secolo, quando il potere venne sostanzialmente preso dalle famiglie patrizie. Questa situazione perdurò fino al 1906, quando l'Arengo, l'assemblea dei capifamiglia, avviò un processo di modernizzazione democratica del paese. L'indipendenza del piccolo Stato è stata messa in pericolo più volte in tutta la sua storia. San Marino ha subito tre brevi occupazioni militari: nel 1503 ad opera di Cesare Borgia, nel 1739 con l'occupazione alberoniana e nel 1944 ad opera delle truppe tedesche in ritirata e successivamente dagli Alleati, che lo occuparono per poche settimane.
Durante il Risorgimento, San Marino costituì un rifugio sicuro per molti dei personaggi che parteciparono ai moti di quegli anni. L'appoggio fornito a Garibaldi permise di negoziare e ottenere la garanzia dell'indipendenza dall'Italia. Subito dopo l'Unità d'Italia, il riconoscimento della sovranità venne sancito per un trattato di amicizia.



Tra il 1926 e il 1943 San Marino conobbe un regime fascista, ispirato a quello italiano, che si pose a tutela degli interessi della classe borghese e patrizia.Nonostante ciò, durante la seconda guerra mondiale, San Marino rimase neutrale. In quel periodo accolse oltre 100.000 rifugiati, cosa che portò a non pochi attriti con i governi nazifascisti, i quali arrivarono anche ad incarcerare alcuni cittadini sammarinesi. La neutralità non impedì al paese di essere bombardato e invaso negli ultimi mesi di guerra durante i combattimenti fra angloamericani e tedeschi.
Nel dopoguerra si alternarono governi di sinistra, con la presenza del Partito Comunista, e di centro, supportati dal Partito Democratico Cristiano. L'affermazione di un governo socialcomunista nell'immediato dopoguerra provocò l'inimicizia da parte dei Governi occidentali, in primo luogo di quello italiano. I governi socialcomunisti avviarono importanti riforme socioeconomiche, ma non introdussero mai un modello di tipo sovietico.
Nel 1957, una breve ma seria crisi politica – i cosiddetti fatti di Rovereta – portò alla coesistenza di due governi. La crisi, che s'inquadrava nel contesto internazionale della guerra fredda, si risolse nel giro di un mese e diede avvio ad oltre un ventennio di governi centristi.
Dal dopoguerra il processo di modernizzazione si è tradotto nel consolidamento dell'inserimento di San Marino nella comunità internazionale. Di questa tendenza sono espressione il riconoscimento del voto alle donne nel 1960, la formalizzazione nel 1974 del funzionamento degli organi statuali e dei diritti di libertà con la Dichiarazione dei diritti, l'affiliazione all'ONU nel 1992 e l'adesione alle strategie internazionali di contrasto ai “paradisi fiscali”, tuttora in fase di implementazione.

La Gita di classe





Gardaland è un parco divertimenti dell'Italia Nord Orientale situato in località Ronchi nel comune di Castelnuovo del Garda, nella provincia di Verona.
È adiacente al Lago di Garda pur non affacciandosi su di esso. Si estende su una superficie di 600.000 metri quadrati ed al suo interno si trovano attrazioni meccaniche, tematiche ed acquatiche.

Ha anche una propria struttura ricettiva. Ogni anno viene visitato da più di 2,8 milioni di persone.

Nel giugno del 2005 Gardaland è stato classificato al quinto posto dalla rivista Forbes nella top ten dei parchi di divertimento del mondo con il miglior fatturato.
Da ottobre 2006 il parco è di proprietà dell'azienda britannica Merlin Entertainments.
A cura di
Nicola Montrone

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